La liquidazione del patrimonio è una procedura disciplinata dalla Legge n. 3/2012 e rappresenta una soluzione per il sovraindebitamento che consente al debitore di liberarsi dai debiti mettendo a disposizione dei creditori l’intero patrimonio, a eccezione di alcuni beni indispensabili e non pignorabili.

Caratteristiche principali

È una procedura volontaria, richiesta dal debitore in difficoltà economica.
Al termine della liquidazione, il debitore può ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti residui, salvo alcune eccezioni.
Si tratta di una soluzione definitiva che consente di ripartire da zero, ma comporta la perdita del patrimonio disponibile.

Passaggi della procedura

  1. Presentazione della domanda
    Il debitore deve presentare una richiesta di liquidazione presso il tribunale competente con l’assistenza di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o di un professionista qualificato (ad esempio, avvocato o commercialista).
    La domanda deve includere:

    • L’elenco dei creditori e l’ammontare dei debiti;
    • L’inventario completo del patrimonio;
    • La documentazione reddituale e patrimoniale degli ultimi 5 anni.
  2. Nomina del liquidatore
    Il giudice nomina un liquidatore che si occuperà di gestire la vendita del patrimonio del debitore e di distribuire il ricavato ai creditori.
    Il liquidatore è un professionista indipendente che agisce sotto la supervisione del tribunale.
  3. Blocco delle azioni esecutive
    Con l’avvio della procedura, tutte le azioni esecutive individuali da parte dei creditori vengono sospese, e il patrimonio del debitore viene destinato esclusivamente alla liquidazione.
  4. Liquidazione dei beni
    Il liquidatore vende i beni del debitore tramite aste o trattative private per massimizzarne il valore.
    I beni non pignorabili (come beni strettamente necessari alla vita quotidiana, strumenti di lavoro e la pensione minima) non vengono inclusi nella procedura.
  5. Distribuzione del ricavato
    I creditori vengono soddisfatti in base all’ordine delle loro garanzie (creditori privilegiati, garantiti e chirografari).
    Il liquidatore redige un piano di distribuzione, che deve essere approvato dal giudice.

Esdebitazione

Una volta completata la procedura, il debitore può richiedere al giudice l’esdebitazione, ossia la cancellazione dei debiti residui non soddisfatti.
Non sono cancellabili debiti specifici, come:

  • Obblighi alimentari e di mantenimento;
  • Debiti derivanti da risarcimenti per danni causati da fatto illecito;
  • Sanzioni penali e amministrative.

Vantaggi

  • Liberazione dai debiti: una volta conclusa la procedura, il debitore può ripartire senza pendenze finanziarie.
  • Blocco delle azioni esecutive: i creditori non possono procedere con pignoramenti o altre azioni individuali.
  • Gestione controllata: la procedura è supervisionata dal tribunale e garantisce equità tra i creditori.

Svantaggi

  • Perdita del patrimonio: il debitore deve rinunciare a tutti i beni disponibili, tranne quelli non pignorabili.
  • Esclusione di alcuni debiti: l’esdebitazione non riguarda alcune categorie di obblighi, come le multe o gli alimenti.
  • Durata: la procedura può richiedere diversi anni, a seconda della complessità della liquidazione.

Requisiti per accedere alla procedura

Il debitore deve trovarsi in una condizione di sovraindebitamento, ovvero nell’impossibilità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.
Non deve aver già beneficiato di una procedura simile nei 5 anni precedenti.
Deve fornire una documentazione completa e veritiera del proprio patrimonio e della situazione debitoria